Ogni tanto mi incontro.
Mi incontro specialmente la sera, perché io e quelli come me li vedi in giro solo la sera. Torno a casa dal lavoro e mi incontro che sto tornando a casa dal lavoro. Indosso un completo che non mi sta benissimo perché sono un po’ sovrappeso, e i capelli o me li hanno tagliati male o è ora che li ritagli. E’ evidente che cerco di assomigliare a chi incontro in ufficio tutti i giorni, ma la cosa non mi riesce appieno. E forse anche perché non voglio che mi riesca, forse perché sono segretamente compiaciuto. Talvolta quando mi incontro per strada ho un piccolo indizio di una diversità gelosamente custodita; sono segnali minimi, magari uno zainetto sbarazzino sul completo grigio.
Mi incontro spesso anche in treno; sono seduto due posti davanti al mio e sto leggendo un fumetto, oppure guardo fuori dal finestrino. A volte ho un tablet, perché lavoro e ho diritto di spendere i soldi.
Mi incontro al Penny, quasi sempre: mi sono in fila davanti, alla cassa, e sono forse un filo più basso, ma per il resto mi somiglio moltissimo. Compro pane in cassetta da usare tutta la settimana, ed un dolcetto tedesco al cioccolato perché sono goloso. Andando a casa occhieggio le donne. Ho un rapporto complicato, con le donne, quasi sempre.
Nell’infilare la chiave nel cancello mi chiama mia madre. Mi chiama tutti i giorni, o due volte al giorno, o spesso. Mi impiccio un po’, con spesa cellulare e chiavi, ma per fortuna nel frattempo arrivo e mi apro la porta (mi ringrazio con un cenno).
A casa vivo con due co-inquilini. Con uno il rapporto è sempre più complicato. Non brutto, solo meno naturale, per ragioni ignote. Mangio qualcosa; sicuramente mangio il dolcetto tedesco. Mi stiro la camicia, anzi, NON mi stiro la camicia, ma dovrei, il giorno dopo lo farò velocemente e male.
Entro nel letto, e cerco di non pensare al lavoro. Penso che dovrei fare qualcosa con i miei pochi amici, una di queste sere. Penso che dovrei iscrivermi ad un corso che non concludero’. Mi inorgoglisco e mi rammarico della mia non completa aderenza a tutto questo. Per dormire prendo una pillola, e, per buona misura, mi masturbo.
E poi la mattina mi sveglio, ed una infinita, silenziosa marea di me invade Milano, come un’invasione assonnata, come olio su una tovaglia sbagliata.
Mi incontro spesso. Non mi saluto quasi mai.
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